di Lisa DI BARTOLOMEO, It’s My Lab
Il lockdown ha riversato nell’ambiente domestico molte attività che erano precedentemente distribuite e diffuse sulla città – dal lavoro, all’educazione, all’attività fisica, passando per il tempo libero e il vivere quotidiano- mostrando, molto spesso, quanto inadeguate fossero le nostre abitazioni, non abbastanza ampie, prive di adeguati spazi verdi, o di soluzioni progettuali capaci di ospitare molteplici funzioni e tutte contemporaneamente.
Il Covid ha cambiato il nostro modo di vivere la casa (…e anche la città).
Gli effetti sul mercato immobiliare sono significativamente percepibili, le compravendite sono in calo nelle grandi città, meglio nelle città di provincia e fuori le aree urbane, ma comunque in contrazione su scala nazionale e in continuità con il pre-Covid. Fluttuazioni e altri effetti pandemia saranno di carattere temporaneo, con evoluzioni non ancora ben delineate nel medio e lungo termine, ciò che invece emerge è un diffuso riconoscimento al valore del progettare l’abitare ed un’attenzione crescente dei consumatori nel definire l’ambiente domestico in equilibrio con i personali stili di vita.
Così, in un mercato più attento ed evoluto, in generale sempre più focalizzato sugli utenti e le loro necessità si discute dei drivers su cui puntare per il futuro dell’abitare: spazi flessibili e multifunzionali facendo leva sulle soluzioni d’arredo, home spa & wellness, più green e ben progettato, sostenibilità e personalizzazione, tutti nelle mani dei professionisti dell’interior design.
L’abitazione è nuovamente una priorità su cui investire, LUOGO DA ABITARE.
Interior design come cura del dettaglio per massimizzarne la funzionalità e al tempo stesso definire un carattere spaziale, oltre che un linguaggio visivo che potranno avere un ritorno significativo per chi la vive, per il potenziale acquirente e/o affittuario.
La capacità attrattiva di un’abitazione in vendita o in locazione può dipendere significativamente da quanto è stata valorizzata, abbattendo i tempi di permanenza sul mercato e impattando sul prezzo.
In linea con tali evoluzioni del mercato arriva il successo eclatante della start up londinese The Modern House, un’agenzia immobiliare online nata dall’idea di curare la vendita di sole “case progettate”. Il modello ideato da due imprenditori, provenienti peraltro dal mondo dell’editoria per il settore design e lifestyle, ha riscritto le regole della vendita immobiliare e mostrato l’attenzione del mercato verso abitazioni aventi identità, carattere, connotati progettuali chiari e definiti. Vendere o vivere abitazioni è vendere o vivere quello che gli inglesi definiscono aspirational lifestyle, letteralmente aspirazione ad uno stile di vita: il DESIDERIO.
Un approccio ancora più pioneristico è quello del brand Yourse, una start up francese (il cui nome spiegano unisce Your= il vostro all’e=e-commerce), nata per affittare pezzi iconici del design o nuovi oggetti di designer emergenti. La personalizzazione e l’aspirazione ad uno stile di vita, anche temporaneo, risultano ancora una volta essere centrali.
Non è facile prevedere, ora, come evolverà il business dell’abitare nei prossimi anni, mentre il covid ha accelerato in molti settori un’evoluzione già in atto: sono cambiati in generale i sistemi di vendita, così come sta cambiando il real estate, ma il dato da evidenziare in questo momento, avvalorato da molte ricerche, è il vantaggio competitivo e le maggiorazioni sul prezzo di vendita (dal 12% al 40%) per proprietà capaci di vendere l’aspirational lifestyle.