di Michela BIANCARDI
Per chi ama viaggiare fuori dei soliti percorsi turistici ed è appassionato di architettura e di archeologia industriale, Poblenou è sicuramente una meta consigliata, perché racchiude in sé tutte queste caratteristiche.
Il Poblenou (il villaggio nuovo – in catalano) è un quartiere con forte personalità che si trova a Barcellona, nel distretto di Sant Martí, collocato nella zona nord-est della città.
È piacevole passeggiare per le strade di questo quartiere, tranquillo e semplice, nonostante la trasformazione subíta negli ultimi anni. La strada principale è la Rambla Poblenou, che dal mare raggiunge la montagna. Un quartiere dalle tante anime, fatto di strade vissute che contrastano con moderne strutture, ma che mantiene comunque un’aria familiare. Colpiscono intatti i tanti murales, forse realizzati quando ancora il quartiere non era al centro dell’attenzione e le innumerevoli ciminiere, punto di riferimento del quartiere, a poche centinaia di metri dal mare.
Camminando per le vie si è colpiti dai repentini cambi di scenario: moderne architetture dai materiali riflettenti vicine a ciminiere ancora intatte, vecchi edifici dai vetri sfondati, muri decadenti resi vivi dai murales coloratissimi, giardini pubblici dove i bambini possono giocare, panchine dove sostare e creare punti di convivialità di quartiere.
Oggi, infatti, Poblenou è un affascinante mescolanza di vecchio e nuovo: eccentrici contrasti convivono tra le moderne architetture e le case per gli operai che abitavano nella zona. Un quartiere ex industriale che alla fine del XX secolo si è guadagnato il soprannome di “Manchester catalana”.
In quest’area che ha dato i natali all’industrializzazione della Catalogna, in cui c’è una grande concentrazione di patrimonio industriale, il vecchio e il nuovo sono complementari.
Poblenou era il principale centro industriale di Barcellona durante il XIX secolo. Nel corso del XIX e XX secolo, Barcellona è stata una delle principali città manifatturiere del continente europeo, con l’industria tessile catalana di particolare rilevanza. L’abbondanza di acqua e il basso prezzo dei terreni ne hanno creato il potenziale di espansione. Sono nate così industrie tessili, vaporiere, fabbriche per la costruzione di macchinari che lavoravano i metalli o che distribuivano il gas, mulini, concerie, fabbriche di cioccolato, liquori. Queste industrie avevano bisogno di manodopera, di conseguenza, la crescita della popolazione e la costruzione di alloggi dei tanti operai che vi trovavano impiego.
Verso la metà del 1900, però, il quartiere è entrato in un lento processo di decadimento e abbandono, quando le industrie hanno iniziato a trasferirsi in periferia. La trasformazione radicale di Poblenou è stata innescata dai giochi olimpici del 1992, a Barcellona. Occasione che ha offerto un’eccezionale opportunità di rinnovamento e riqualificazione. Le vecchie fabbriche sono state trasformate in lofts e gallerie d’arte, in cui vivono e lavorano artisti e designers, apportando alla zona un’aria di creatività e produttività. Mura cadenti sono diventate spazi espositivi, gallerie, studi di architettura. Alcuni terreni abbandonati si sono trasformati in giardini.
Il simbolo di questa evoluzione è l’innovativo Distrito 22@: innovazione, creatività, design e tecnologia sono il motore che ha sostituito le vecchie fabbriche. Nell’ex area industriale di 200 ettari sono concentrate oltre 1.500 aziende legate a media, informatica, energia, design e ricerca scientifica.